NATO: un branco di vassalli sottomessi agli interessi americani. E l’UE? Una nullità utile solo a seppellirci vivi
Il vertice dell’Aja è stata l’ennesima rappresentazione teatrale del declino europeo: una passerella umiliante in cui Giorgia Meloni, insieme agli altri leader europei, ha firmato col sangue il nostro asservimento a Washington. La NATO, ormai ridotta a organismo mercenario dell’impero americano, ha deciso che spenderemo almeno il 5% del PIL in armi. Per l’Italia significa quasi 40 miliardi all’anno. Per cosa? Per riempire i magazzini della Lockheed Martin, mentre nelle nostre scuole manca la carta igienica e negli ospedali saltano le TAC perché non c’è personale.
All’Aja non si è celebrata l’unità atlantica, ma il funerale della dignità europea. Un rito lugubre in cui ogni capo di Stato ha recitato il suo ruolo di cortigiano. E Giorgia Meloni, con la sua consueta arroganza patriottarda, si è distinta per zelo servile: invece di tutelare l'interesse nazionale, ha promesso aiuti illimitati a Kiev e miliardi in acquisti bellici made in USA, mentre gli insegnanti italiani sono pagati meno che in qualunque altro Paese “sviluppato”.
L'Italia – un Paese in ginocchio, con una sanità pubblica allo sfascio e una povertà educativa devastante – trova però i soldi per l’industria bellica statunitense. Caccia, missili, droni, carri armati: ci indebitiamo per acquistare arsenali che non difenderanno nulla, se non il bilancio del Pentagono. Nessuna strategia, nessuna autonomia, solo obbedienza. La NATO non è più un'alleanza: è una centrale di comando americana a cui l’Europa fornisce soldi, uomini, sangue.
Giorgia Meloni non ha nemmeno tentato una difesa di facciata: ha ribadito la “fedeltà atlantica” come fosse una medaglia, non una condanna. Con toni enfatici ha garantito che l’Italia sarà “all’altezza degli impegni”, cioè che continueremo a tagliare sui servizi essenziali per spendere 400 miliardi in dieci anni in nome di una “sicurezza” che non ci riguarda. Ma davvero qualcuno crede che inviare armi in Ucraina o in Medio Oriente ci renderà più sicuri?
L’Unione Europea, dal canto suo, ha avuto il solito ruolo da comparsa: una burocrazia senz’anima che si limita a ratificare ogni decisione presa oltreoceano. Il nuovo Segretario Generale della NATO, Mark Rutte, ha elogiato Trump (sì, proprio lui) come fosse un garante di stabilità. Rutte è olandese, ma parla già come portavoce del Dipartimento di Stato americano. Il resto dei leader UE non ha battuto ciglio.
L’Europa si svena per la guerra, ma non ha un progetto per i suoi cittadini
Invece di investire in sanità, scuola, innovazione o natalità – ovvero le vere priorità – i governi europei alimentano un delirio militarista su ordine di Washington. L’UE non serve più a nulla: non difende l’economia, non protegge i confini, non ha una voce autonoma. È solo il notaio di un declino inarrestabile.
La Meloni, che si vantava di voler “rimettere l’Italia al centro”, ha preferito inchinarsi. Nessuna trattativa, nessuna condizione, solo yes man e contratti miliardari firmati a occhi chiusi. Lo chiamano “realismo geopolitico”, ma è viltà politica. I cittadini italiani si trovano a dover scegliere tra pagare le bollette o curarsi i denti, mentre lo Stato promette spese faraoniche in armamenti made in USA. Altro che interesse nazionale.
L’Europa si autodistrugge per obbedire a Washington
La NATO è il braccio armato di un impero in declino che usa l’Europa come campo di battaglia e mercato di sbocco. L’UE, dal canto suo, è un carrozzone burocratico che ha smesso di pensare. Il nostro continente si sta suicidando per fedeltà cieca agli USA: alimentiamo guerre che non ci appartengono e sacrifichiamo ogni risorsa al culto della deterrenza. Il risultato? Un’Europa più povera, più divisa, più inutile. E un’Italia ridotta a colonia senza voce, senza orgoglio, senza futuro.
LUCA COSTA
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