Dal processo a Galileo al dogma Green: Chiesa e scienza, un nuovo precedente inquietante
leggiamo oggi sul sito della Nuova Bussola Quotidiana : L’ideologia nella Chiesa avanza. Ed ha trovato terreno particolarmente favorevole nel Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, il cui prefetto figura anche tra i nuovi membri del Dicastero per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica. Con Decreto dell’8 giugno 2025, solennità di Pentecoste, ma presentato solo il 3 luglio 2025 nella Sala Stampa della Santa Sede, Leone XIV ha approvato il nuovo formulario della Missa pro custodia creationis, che va ora ad aggiungersi agli altri formulari delle Messe “per varie necessità” presenti nel Messale Romano. Si tratta dunque di un nuovo formulario, che comprende antifone, orazioni e letture, e che potrà essere utilizzato nei giorni del tempo per annum liberi da memorie obbligatorie. Nessun obbligo, ma una possibilità in più.
Ieri Galileo, oggi il Green Deal. Cambia l’epoca, non l’errore
Quattro secoli fa, la Chiesa mise sotto processo Galileo Galilei. Non fu solo una questione di astronomia. Dietro l’accusa di eresia c’era la paura. Paura politica e dottrinale: l’eliocentrismo, se accolto dalle università cattoliche, sarebbe parso come un tradimento del principio “letteralista” caro al nascente mondo protestante, nuova religione del libro e non più del Verbo incarnato. Un protestantesimo che leggeva la Bibbia come verità/divinità scientifica, non solo spirituale. Galileo, invece, distingueva: la Bibbia spiega “come si va in cielo”, non “come va il cielo”. Inaccettabile più per i protestanti che per i cattolici.
La Chiesa ebbe paura. Paura di essere accusata in tutta Europa di incoerenza e infedeltà bibliche. Per non offrire ai protestanti un appiglio polemico, sì preferì condannare lo scienziato. Ma ironicamente, mentre luterani e puritani perseguitavano Newton e Kepler per le stesse ragioni (interpretazioni simboliche delle Scritture), la Chiesa non difese la verità, ignorando i suoi stessi princìpi.
Si chiesa allora a Galileo una rigorosa dimostrazione matematiche e una modellizzazione incontrovertibile delle sue teorie, cosa che lo scienziato pisano non seppe fornire.
Peccato che lo stesso rigore empirico non fosse richiesto anche ai professori che nelle università cattoliche insegnavano la Fisica di Aristotele, dove leggiamo che: la velocità di caduta dei corpi è proporzionale alla loro massa (un oggetto di un kg impiegherebbe cioè mille volte di più a cadere che uno di una tonnellata), un’aberrazione scientifica assolutamente nota quanto evidente!
Oggi: la paura dell’ecologicamente scorretto
Oggi, la storia si ripete. Di nuovo, per paura di apparire “eretica”, la Chiesa si adegua a una nuova ortodossia: l’ecologismo ideologico. Un esempio sconcertante: il recente diktat per una “messa più ecologista”, rito di “conversione green”, dove la liturgia è piegata a un’agenda politica, non teologica (e ancor meno scientifica). L’altare non dovrà più ospitare solo il pane e il vino, ma parole come “sostenibilità”, “transizione”, “carbon neutrality”? Si parla di «ascoltare il grido della Terra», come se il Creato avesse perso la sua qualità di dono divino per diventare una vittima da salvare secondo la logica delle ONG pagate dalle lobby delle energie di flusso e delle mafiose agenzie climatiche.
In questa deriva, la fede non interpreta il mondo, ma lo subisce. La Chiesa abdica alla sua funzione profetica e si fa eco di slogan tecnocratici.
Leudato Si’ e Laudate Deum: spiritualizzazione dell’ideologia
Nei documenti Laudato Si’ e Laudate Deum, Papa Francesco consacranva questa sottomissione culturale. Si va oltre la cura del Creato – da sempre parte della dottrina cristiana – e si accoglie come verità morale la narrativa ecologista dominante: crisi climatica come “urgenza assoluta”, tecnologie rinnovabili come via di salvezza, e critici definiti “ostinati e irresponsabili”.
Nel Laudate Deum, si leggono passaggi come:
“la necessaria transizione verso energie pulite, come quella eolica, quella solare, abbandonando i combustibili fossili, non sta procedendo abbastanza velocemente”.
Necessaria? Ma qui, che tipo di discernimento scientifico è stato esercitato? Sono davvero queste le soluzioni alla crisi climatica? Dove sono le analisi sui costi ambientali (e sul rendimento) delle pale eoliche, sullo sfruttamento minerario per costruire i pannelli solari, sullo smaltimento dei materiali tossici? La Chiesa ha analizzato con metodo razionale ciò che propone con fervore morale? E il rispetto del paesaggio? Della bellezza del creato?
Una nuova idolatria: la Terra al posto di Dio
La messa green, che fa pericolosamente capolino, mette in scena una nuova idolatria: la terra, il clima, le fonti rinnovabili diventano soggetti sacri. L’uomo non è più il custode del Creato, ma il peccatore ecologico da redimere attraverso l’obbedienza ai dogmi dell’IPCC e delle COP annuali. Il peccato originale è diventato l’impronta carbonio.
Una tale narrazione porta la Chiesa fuori dal suo compito. L’ecologia è ridotta a religione sostitutiva, dove la redenzione non passa più per il Cristo crocifisso, ma per la “transizione ecologica giusta”.
Il tutto, senza nessun fondamento scientifico. Nessuno.
La domanda cruciale: chi comanda?
Chi detta oggi l’agenda della Chiesa? Le lobby dell’energia green? Le fondazioni internazionali che finanziano progetti “sostenibili”? È lecito chiederselo. Perché il tono di certi documenti papali, la retorica martellante, la censura del dissenso interno, ricordano molto un certo linguaggio sovietico da politburo.
E allora, proprio come nel caso di Galileo, la domanda torna: la Chiesa sta difendendo la verità o piega la testa per paura? Sta usando la ragione o si sta conformando ai diktat della modernità?
Conclusione: l’errore che non insegna
Quattro secoli fa, per paura di apparire infedele alla Bibbia, la Chiesa tradì la scienza e umilio il più grande scienziato della storia dell’umanità. Sì, affermiamolo, il cattolico e italiano Galileo Galilei è stato il più grande scienziato della storia. Cattolico vero e scienziato vero. E venne umiliato.
Oggi, per non apparire infedele all’agenda Green, la Chiesa ancora una volta rischia di voltare le spalle alla scienza e alla verità. Ma chi ama la verità non ha paura del conflitto. Chi cerca Dio non deve inginocchiarsi davanti ai dogmi mondani, né ieri, né oggi.
Se il futuro della Chiesa è una liturgia green e un magistero tecnocratico, allora la sua missione non è più annunciare il Vangelo, ma certificare la morale del Green Deal.
Forse è meglio che qualcuno in Vaticano rilegga Fides et Ratio. Fede e Ragione, la grande enciclica di Giovanni Paolo II del 14 settembre 1998.
Ve la copio e incollo, leggetela anche voi:
LUCA COSTA
PONTE ARCOBALENO: LUCA COSTA: una voce del pensiero alternativo
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