Ancora un disastro geopolitico occidentale: chi non ha la bomba… la farà
Nel silenzio assordante delle diplomazie occidentali e tra gli applausi ipocriti di una stampa sempre più prona al potere, Israele ha colpito ancora. L'attacco contro l’Iran, avvenuto senza alcuna provocazione imminente e – dettaglio cruciale delle ultime ore, rivelato proprio dall’intelligence americana – senza alcuna arma nucleare in mano agli iraniani per almeno tre anni, rappresenta uno spartiacque inquietante nella storia recente della geopolitica atomica. E non certo in meglio.
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Secondo fonti provenienti dallo stesso apparato d’intelligence statunitense, l’Iran non solo non possiede armi nucleari, ma non è nemmeno vicino ad averle. Eppure, Tel Aviv ha deciso di colpire lo stesso, con il silenzioso avallo di Washington. Non si è trattato di un’azione difensiva. Non è stato un gesto disperato per sventare una minaccia imminente. È stata, semplicemente, una dimostrazione di forza criminale, un messaggio brutale rivolto a chiunque osi camminare fuori dal perimetro dell’impero americano-israeliano: “Se non ti pieghi, ti colpiamo. E se non hai armi nucleari, meglio per noi”.
La logica invertita della deterrenza
Per anni l’Occidente ha raccontato che la proliferazione nucleare è un pericolo per il mondo. Che impedire a certi paesi di dotarsi dell’arma atomica fosse l’unico modo per garantire la sicurezza globale. Ma con questo attacco, Israele e i suoi sponsor hanno rovesciato la logica della deterrenza: oggi è evidente che chi la bomba nucleare non ce l’ha rischia di essere attaccato da un giorno all’altro!
La vera lezione geopolitica è chiara e cinica: la bomba non è il pericolo, ma l’unico scudo contro la guerra preventiva mascherata da “difesa necessaria" o da “esportazione della democrazia”, come dicono a Washington, Berlino, Bruxelles, Londra, Parigi,Tel-Aviv.
L’effetto domino che sta per iniziare
Cosa accadrà ora? Semplice. Gli Stati che finora avevano accettato – per convenzione o per timore – di restare nel club dei non-nuclearizzati cominceranno a fare due conti. E quei conti diranno tutti la stessa cosa: senza deterrenza atomica, si è carne da macello. Non solo per Israele, ma per tutto il complesso militare-industriale che da decenni prospera grazie alla guerra.
E allora, ecco che l’effetto perverso è già in moto: più armi nucleari per tutti. Perché se anche un paese come l’Iran, sorvegliato speciale, attento a non superare certe “linee rosse”, può essere colpito impunemente, allora l’unica linea rossa che conta è quella tracciata da una testata nucleare pronta al lancio.
Il vero Stato canaglia
Chi sono allora i veri stati canaglia? Quelli che agiscono in violazione del diritto internazionale, che disprezzano la sovranità altrui, che dettano legge con la forza mentre predicano democrazia. Gli stessi che puntano il dito contro la proliferazione mentre ne incentivano ogni passo.
Israele, che si rifiuta perfino di ammettere il proprio arsenale nucleare, e gli Stati Uniti, che proteggono e finanziano ogni sua aggressione, hanno dato al mondo una sola certezza: se vuoi la pace, preparati alla bomba.
Non è cinismo. È sopravvivenza, in questo mondo senza ragione e senza morale. Un mondo Made in USA.
LUCA COSTA
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