sabato 10 maggio 2025

Pace possibile?

 

L’ipocrisia dell’Occidente: quando a dover dare garanzie è la Russia


10 maggio 2025 – Oggi, a Kiev, Emmanuel Macron si è presentato con fare da tribuno, accompagnato dal britannico Keir Starmer e dal tedesco Friedrich Merz, per lanciare l’ennesimo proclama di quel fronte euro-atlantico che da anni ha smesso di ascoltare, riflettere, comprendere. Con toni autoritari e solenni, hanno ribadito che “la Russia dovrà fornire garanzie di non aggressione”, come se la Federazione Russa fosse il motore e la causa prima di questa tragedia europea. Come se non fossero proprio loro, gli araldi della NATO, ad aver costruito — passo dopo passo, provocazione dopo provocazione — l’attuale stato di guerra.

Siamo al rovesciamento completo della realtà storica.

La Russia — quella vera, quella dei fatti e non quella delle caricature giornalistiche — è la nazione che, nel 1991, accettò in silenzio la fine dell’Unione Sovietica. È la nazione che smantellò unilateralmente il Patto di Varsavia, ritirò le sue truppe, le sue testate nucleari, le sue basi militari. È la nazione che riconobbe l’indipendenza di tutti i popoli dell’ex URSS senza lanciare una sola bomba. Fu Mosca, non Washington, a fare il primo passo verso la pace.

E invece, cosa è successo? Esattamente l’opposto.

Dal 1999 in poi, ogni governo russo — da Eltsin a Putin, con toni diversi ma con uguale preoccupazione — ha chiesto, chiesto e ancora chiesto che si fermasse l’espansione NATO. Ha chiesto garanzie. Ha chiesto rispetto. Ha chiesto equilibrio. Ogni volta, la risposta dell’Occidente è stata: silenzio, arroganza e nuove basi militari. Dal Baltico al Mar Nero, la NATO ha piantato le sue bandiere. L’Ucraina, con il golpe del 2014, è diventata una pedina in questo gioco pericoloso.

E ora — nel 2025 — ci troviamo davanti a una messinscena grottesca. Macron, Starmer e Merz, gli alfieri della post-democrazia euroatlantica, pretendono che sia Mosca a offrire “garanzie”. Dopo aver ignorato per trent’anni ogni appello di Mosca. Dopo aver armato l’Ucraina, circondato la Russia, imposto sanzioni e sabotaggi. Dopo aver sepolto ogni tentativo di mediazione, dai protocolli di Minsk alle trattative di Istanbul. Dopo aver fatto dell’odio anti-russo una religione mediatica.

L’unica garanzia che può esistere oggi è quella che l’Occidente non ha mai voluto riconoscere: la sicurezza indivisibile dell’Eurasia, che comprende anche — e soprattutto — la Russia. Senza un’architettura condivisa della sicurezza europea, senza la fine della logica a blocchi, senza il riconoscimento del ruolo storico e strategico di Mosca, non ci sarà mai pace. Ci sarà solo una lunga guerra per procura, combattuta sulle rovine dell’Ucraina e sulla pelle dei popoli europei.

L’unica pace possibile è quella che l’Occidente continua a rifiutare. E finché i Macron del mondo continueranno a parlare come se la Russia fosse un’anomalia da “contenere”, anziché una potenza da rispettare, non ci sarà futuro. Solo altre menzogne, altre vittime, altra ipocrisia.

È tempo di dire la verità. Ed è tempo di smettere di fingere che la colpa sia sempre degli altri.

LUCA COSTA

PONTE ARCOBALENO: LUCA COSTA: una voce del pensiero alternativo


Nessun commento:

Posta un commento

Israele contro i Cristiani

 Cisgiordania: Israele contro i cristiani Nel cuore della Cisgiordania, a pochi chilometri da Ramallah, sorge Taybeh, l’ultimo villaggio ...