lunedì 27 gennaio 2025

Perché Putin piace?

 Perché Putin piace così tanto in Europa? La risposta che nessuno vuole sentire


Viviamo in un'epoca in cui il dibattito pubblico è sequestrato dai "preti della chiesa

catodica", politicamente corretti e moralmente corrotti, per usare un'espressione cara

a Diego Fusaro. I sermoni politicamente corretti si susseguono a ritmo incessante,

tentando di inchiodarci all'immagine caricaturale del "filo-putiniano da divano",

descritto come un fascista nostalgico o un visionario fuori dal tempo. Ma forse è ora

di abbandonare questa narrativa prefabbricata e provare a rispondere a una domanda

scomoda: perché Putin piace così tanto in Europa?

La risposta non è né banale né comoda. Piace perché governa per i russi. Vladimir

Putin è russo ed è eletto dai russi. E, soprattutto, fa gli interessi dei russi. Un concetto

che in Europa suona ormai come un’eresia, dato che i nostri governi da decenni

sembrano fare tutto fuorché tutelare i propri cittadini. Invece di occuparsi di noi, ci

massacrano con tasse, imposte, multe e austerità, mentre si piegano all’ideologia del

giorno: un giorno l’ecologismo esasperato, un altro l’immigrazionismo, poi il Covid,

poi il green pass… Ma chi si occupa più di noi europei? Diciamo la verità,

guardiamoci negli occhi : chi sarebbe capace di citare una sola legge, una sola

riforma approvata nell’interesse del popolo, per migliorare la vita dei comuni

cittadini, negli ultimi 35 anni? Nessuno. Siamo invece tutti perfettamente coscienti di

quanto si siano degradate le fondamenta del bene comune: sicurezza, sanità, scuola,

lavoro. E quando qualcuno alza un dito per farlo notare, i potenti di turno rispondono

sempre la stessa cosa : non ci sono i soldi. Eppure per le armi a Zelensky, a

Netanyahu i soldi ci sono. Per l’accoglienza dei clandestini, per le pale eoliche che

producono meno energia del criceto che gira nella ruota, i soldi ci sono sempre. E per

il. popolo? Briciole, quando va bene.


Putin e il riscatto della Russia

Per comprendere il "fascino" che Putin esercita su molti europei, dobbiamo guardare

ai suoi 25 anni di governo. Sì, 25 anni: un quarto di secolo in cui, piaccia o no, Putin

ha restituito dignità al suo popolo. All'inizio degli anni ‘90, la Russia era un paese in

ginocchio: il crollo dell’Unione Sovietica aveva devastato l’economia, con milioni di

russi ridotti alla povertà, oligarchi che saccheggiavano le risorse del Paese e un

governo incapace di difendere gli interessi nazionali. Alla fine degli anni 90, dopo

dieci anni di ultra-liberalismo pilotato da Washington nel nome delle idee dei

Chicago Boys, le cose andavano ancora peggio. Putin diventa presidente di una

Russia allo stremo, dove si muore letteralmente di fame e che si appresta a essere

smembrata da colpi di stato made in USA (la Cecenia vi dice qualcosa?).


E cosa ha fatto Putin? Ha preso le redini di un paese allo sbando e lo ha riportato in

piedi. Con risultati che non si possono ignorare:

1. Controllo delle risorse strategiche: Putin ha messo fine alla svendita

selvaggia delle risorse energetiche russe, nazionalizzando in parte o mettendo

sotto controllo statale aziende chiave come Gazprom e Rosneft. Ha costretto

gli oligarchi a piegarsi all’interesse nazionale, facendo capire che in Russia c’è

un padrone: lo Stato, non il capitale privato.

2. Riduzione della povertà: Dai primi anni 2000, il PIL russo è sempre cresciuto

a un ritmo sostenuto, consentendo una drastica riduzione della povertà. Ha

aumentato i salari minimi, introdotto riforme pensionistiche assolutamente

all’avanguardia, aiutato le famiglie, e migliorato le condizioni sociali per

milioni di russi.

3. Rinascita culturale e patriottismo: Putin ha rilanciato l’orgoglio nazionale

russo, investendo nella cultura, nella fede religiosa, nella riscoperta

dell’identità, nello sport e nella difesa della tradizione. Ha promosso una

visione del mondo in cui la Russia non è il “paria” della comunità

internazionale, ma una potenza da rispettare.

4. Politica estera indipendente: Putin non si è mai piegato ai diktat

dell’Occidente. La sua politica estera, spesso criticata, ha comunque avuto un

obiettivo chiaro: difendere gli interessi nazionali russi, dall’Ucraina alla Siria.

Questo non significa santificare Putin, ma riconoscere una realtà che i nostri cari

maîtres à penser occidentali si rifiutano di ammettere: i russi lo amano perché lui

governa per loro.


L’Europa della tecnocrazia contro i popoli

E noi? Noi europei sogniamo un leader che si occupi di noi, perché da decenni siamo

governati da élites che sembrano allergiche al concetto stesso di sovranità e di

interesse nazionale. In Italia, per esempio, abbiamo assistito al trionfo del

tecnocratismo e del servilismo verso Bruxelles: governi che aumentano le tasse,

impongono austerità mostruose e inseguono le mode ideologiche del momento, senza

mai affrontare i veri problemi delle persone.


Un giorno ci dicono che dobbiamo accettare tutto in nome dell’ecologismo: auto

elettriche che non possiamo permetterci, case da ristrutturare a suon di migliaia di

euro per soddisfare regolamenti sempre più stringenti. Un altro giorno ci spiegano

che dobbiamo accogliere chiunque arrivi, senza se e senza ma, mentre le periferie

esplodono di tensioni sociali. Poi è arrivato il Covid, e abbiamo visto leader pronti a

imporre restrizioni draconiane, green pass, lockdown, senza mai preoccuparsi

davvero delle conseguenze sulla vita delle persone.


Putin: simbolo di ciò che ci manca

Ecco perché Putin piace: non perché sia perfetto, non perché sia un santo, ma perché

rappresenta qualcosa che noi abbiamo perso. Un leader che si occupa del suo popolo.

Un leader che non ha paura di dire "no" a interessi esterni se questi danneggiano i

suoi cittadini. Un leader che, piaccia o meno, è il simbolo di una politica nazionale,

mentre noi siamo schiavi di un'Unione Europea che tutela tutto tranne che noi.

Non si tratta di essere filo-putiniani, ma di riflettere sul vuoto di leadership che ci

circonda. Non sogniamo Putin: sogniamo un leader che torni a occuparsi di noi

europei, che abbia il coraggio di dire basta a tasse, ideologie e diktat esterni. Un

leader che restituisca dignità al popolo, come Putin ha fatto – nel bene e nel male –

con i russi.

Forse è questo il peccato originale che nessuno osa confessare, Putin incarna una

visione del potere basata sull’idea di Bene Comune che noi abbiamo ormai gettato

alle ortiche. Ma il popolo ne sente la mancanza.

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LUCA COSTA

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