mercoledì 29 gennaio 2025

Giustizia a orologeria

 LA RIFORMA O LA VITA : FAR WEST MAGISTRATURA ITALIANA, UNO

SCANDALO INACCETTABILE

La recente notizia dell'indagine a carico della Presidente del Consiglio

Giorgia Meloni, insieme ai ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e al

sottosegretario Alfredo Mantovano, per favoreggiamento e peculato nel caso

del generale libico Osama Almasri, solleva interrogativi inquietanti sul ruolo e

sulle intenzioni della magistratura italiana.

Questa inchiesta, più che un atto di giustizia, ha tutto il sapore di una

vendetta. Una reazione rabbiosa di un potere che si sente minacciato dalle

riforme e dai cambiamenti promossi dal governo. Sarebbe questo lo "stato di

diritto"? Il sacro graal di cui la sinistra si riempie la bocca solo quando serve a

proteggere i privilegi di una magistratura che sembra credersi intoccabile?

Indipendenza della magistratura? Certo, nessuno la nega. Autonomia dei

giudici ? Ovviamente, è garantita dalla Costituzione. Ma autonomia e

indipendenza non significano onnipotenza, né diritto al protagonismo politico,

né tantomeno licenza di ingaggiare una lotta continua contro chiunque osi

mettere in discussione il loro strapotere.

La magistratura italiana non è santa, e la nostra Costituzione non le

conferisce alcun diritto di immischiarsi nella politica. Nessuno ha mai

attribuito ai giudici il potere di usare indagini e avvisi di garanzia come

strumenti di pressione e ricatto, con metodi che ricordano più da vicino certe

pratiche mafiose che non l’imparzialità e la terzietà di cui i giudici dovrebbero

essere garanti.

È inaccettabile che una casta autoreferenziale di magistrati, intoccabili e

irresponsabili, possa condizionare il corso della democrazia attraverso azioni

di minaccia. Il sistema delle correnti, le logiche da contrada, le manovre

occulte dentro il CSM: tutto ciò è ormai evidente, palese (vedi il caso

Palamara), eppure nessuno sembra avere il coraggio di denunciare la deriva

di un potere assoluto che non risponde a nessuno, non certo al popolo, né al

parlamento, a nessuno!

Il tentativo di riformare la giustizia in Italia è sempre stato ostacolato da una

magistratura accartocciata su se stessa, che vuol essere libera di

“funzionare” lentamente, male, una casta inefficace e ideologicamente

corrotta, pronta a colpire chiunque osi metterla in discussione. Il popolo

italiano esige una riforma della giustizia, tanto profonda quanto decisiva.

Meloni e il suo governo tentano di mettere ordine in questo sistema marcio,

ed ecco che arriva puntuale la rappresaglia sotto forma di inchieste e avvisi di

garanzia.

La politica non può restare ostaggio di questo vespaio di calabroni militanti. È

ora di riaffermare che in una democrazia i poteri devono essere equilibrati e

controllati in maniera da permettere al cittadino di comprenderne l’azione,

azione che deve essere trasparente e mai valicare i limiti imposti dalla

Costituzione. La magistratura deve tornare a fare il proprio lavoro: applicare

la legge, non scriverla, né manipolarla; indagare i reati, non influenzare la

politica. Non sta scritto da nessuna parte che le riforme della magistratura

sono vietate.

Se questo è lo Stato di diritto che certa magistratura e certa sinistra

difendono con tanto fervore (quando fa comodo a loro, almeno), allora è

evidente che c’è bisogno di una profonda revisione del sistema. Perché in

uno Stato veramente democratico la giustizia deve essere al servizio della

legge, a servizio del popolo e non un'arma di lotta politica nelle mani di una

cricca di ambiziosi moralmente corrotti.

____________________________________

LUCA COSTA

articoli di Luca Costa



Nessun commento:

Posta un commento

Israele contro i Cristiani

 Cisgiordania: Israele contro i cristiani Nel cuore della Cisgiordania, a pochi chilometri da Ramallah, sorge Taybeh, l’ultimo villaggio ...