Dove andiamo a ballare stasera? A Gaza, ovviamente!
Se pensavate di averle viste tutte, preparatevi: l’ultima trovata dell’impero americano ha dell’incredibile. Dopo aver chiuso un occhio (e spesso entrambi) sulla devastazione sistematica della Striscia di Gaza, ora i grandi strateghi del business internazionale hanno una visione: trasformare questo lembo di terra martoriata in una nuova Las Vegas del Medio Oriente. Sì, avete capito bene. Dopo mesi in cui ai palestinesi è stato impedito di uscire dai loro confini per obbligarli a morire sotto i bombardamenti, ora si parla di deportarli altrove per lasciare spazio al business del divertimento. Che meraviglia.
Donald Trump e la sua cricca di investitori sognano grattacieli, casinò, hotel di lusso e discoteche sulla spiaggia. Immaginate un remake del celebre libro di Gianni De Michelis, "Dove andiamo a ballare stasera?", con un capitolo speciale sulle discoteche di Gaza. Un pensiero surreale, se non fosse che la proposta – scandalosa, oscena, vergognosa – è già in discussione nei circoli che contano.
E i media occidentali? Silenzio totale. Nessuna indignazione, nessun titolo in prima pagina. D’altronde, la narrazione ufficiale ha bisogno di una storia vendibile: prima i palestinesi non erano che cattivi terroristi che dovevano essere chiusi in uno zoo da cui non potevano uscire (se non in una bara), ora diventeranno fastidiosi ostacoli da rimuovere per far spazio ai resort e ai beach club.
Fino a ieri Gaza era un inferno in cui la popolazione non poteva ricevere cibo, medicine o acqua potabile. Oggi, improvvisamente, diventa il nuovo paradiso turistico. Peccato che non sarà per i gazawi, ma per i turisti americani e israeliani in cerca di relax sulle rovine di un genocidio.
E così l’Occidente, quello che si riempie la bocca di "diritti umani", applaude. Senza vergogna, senza memoria, senza dignità.
Luca Costa
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