La guerra in Ucraina: una responsabilità occidentale, non russa
1. La "linea rossa": l'Ucraina e la sicurezza strategica russa
Dal punto di vista di Mosca, l'Ucraina rappresenta una questione di sopravvivenza geopolitica. Già nel 2007, Vladimir Putin avvertì alla Conferenza di Monaco sulla sicurezza che l'espansione della NATO verso est rappresentava una minaccia inaccettabile per la Russia. Nel 2008, al vertice di Bucarest, la NATO dichiarò che Ucraina e Georgia sarebbero entrate nell'Alleanza. Per la Russia, questo era un punto di non ritorno. Lo spettro di basi NATO, radar, sistemi antimissile e truppe straniere a poche centinaia di chilometri da Mosca era ed è inaccettabile.
2. Il colpo di Stato del 2014 e le sue conseguenze
Il cosiddetto "Euromaidan" fu il punto di svolta. La rimozione violenta, sostenuta dall'Occidente, del presidente legittimamente eletto Viktor Yanukovych — colpevole solo di essere filo-russo — fu percepita da Mosca come un colpo di Stato orchestrato. Subito dopo, scoppiò la rivolta nel Donbass e la Russia si annetté la Crimea, in un'operazione condotta senza spargimenti di sangue e con l'appoggio della popolazione locale. Da quel momento in poi, l'Ucraina si è progressivamente trasformata in un proxy dell'Occidente contro la Russia.
3. Le esercitazioni NATO del 2021: provocazione deliberata
Nel 2021, l'Ucraina ospitò almeno tre grandi esercitazioni militari congiunte con la NATO, tra cui "Cossack Mace", "Rapid Trident" e "Sea Breeze". Tutte si svolsero nel sud-est del Paese, in prossimità del Donbass e del confine russo. Questi eventi furono percepiti da Mosca come una prova generale di aggressione, o quantomeno una dimostrazione di forza in un'area altamente sensibile. La cooperazione militare tra Ucraina e NATO era già ad altissimi livelli, con la presenza di consiglieri, armi e strutture occidentali in territorio ucraino.
4. La responsabilità del governo ucraino
Il governo di Kiev ha giocato un ruolo attivo nell'escalation, scegliendo deliberatamente una strada di confronto invece che di neutralità. Ha rifiutato ogni ipotesi di neutralità armata o di stato cuscinetto, alimentando l'illusione che l'Occidente sarebbe intervenuto direttamente in caso di invasione. Inoltre, ha perseguito politiche identitarie anti-russe, marginalizzando la lingua e la cultura russa, contribuendo alla radicalizzazione del conflitto interno.
5. Il doppio standard occidentale
Se la Russia avesse organizzato esercitazioni militari a Cuba o in Messico con l'esercito cinese, gli Stati Uniti avrebbero tollerato una simile situazione? La risposta è ovvia: no. Lo dimostra la crisi dei missili di Cuba del 1962, quando gli USA erano pronti a scatenare una guerra nucleare per una minaccia ben più remota di quella che la Russia percepisce oggi in Ucraina. Ciò che Washington non tollera per sé stessa, lo pretende per gli altri.
6. Conclusione: comprendere, non giustificare
Questa guerra non è nata nel febbraio 2022, ma è il risultato di anni di scelte irresponsabili da parte dell'Occidente, che ha spinto un Paese profondamente diviso come l'Ucraina in una posizione insostenibile. A pagare il prezzo più alto sono stati e sono gli ucraini, usati come pedine in un gioco di potenza che si sarebbe potuto evitare. La responsabilità storica ricade su chi ha alimentato il fuoco, non su chi ha reagito a un accerchiamento annunciato e crescente.
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