Ursula von der Leyen: La regina dei fallimenti che sogna l’impero assoluto fondato su crisi (e saccheggi) permanenti
"Nulla è escluso". Con queste parole, pronunciate nella conferenza stampa del 9 marzo 2025 per i suoi primi 100 giorni del nuovo mandato, Ursula von der Leyen ha ufficialmente aperto le porte a un progetto che ridefinirà per sempre l'Europa: "ReArm Europe". Un piano mastodontico da 800 miliardi di euro per potenziare le forze armate dell'UE, finanziato con debito comune e un allentamento delle regole di bilancio, il tutto senza alcuna consultazione popolare. "Dobbiamo prepararci ad un mondo più pericoloso", ha dichiarato, invitando gli Stati membri a unire le forze per creare un'industria della difesa europea integrata. Ma in realtà, cosa significa tutto questo? Chi pagherà? E soprattutto, a chi andranno questi miliardi?
La risposta è semplice: come sempre, pagheranno i cittadini europei, mentre a incassare saranno le banche, i fondi d'investimento e il complesso militare-industriale, che avranno un flusso illimitato di denaro garantito dagli Stati. Ursula sta costruendo l'Europa perfetta per le oligarchie finanziarie: una macchina per estrarre ricchezza dai popoli senza che questi possano dire nulla.
Energia: Dal Libero Mercato alla Grande Rapina
Un tempo, ogni Stato europeo aveva il suo mercato nazionale dell’energia, con compagnie pubbliche che garantivano prezzi stabili e accessibili per famiglie e imprese. Ma poi è arrivata la grande idea dell’UE: spezzettare tutto, privatizzare tutto, creare un “mercato unico dell’energia” in cui i prezzi non li fa la produzione nazionale ma la speculazione finanziaria. Così, mentre americani e cinesi pagano l’energia meno della metà, in Europa i costi sono esplosi.
E qui arriva il capolavoro: la transizione energetica targata von der Leyen, che ha reso l’elettricità ancora più cara. Grazie a incentivi mafiosi e perversi, i promotori di finta energia eolica e solare possono godere di profitti miliardari senza rischi, perché pagati da noi cittadini in bollette sempre più care. Ora lo Stato e l’UE prelevano direttamente miliardi dalle tasche dei contribuenti per garantire profitti a fondi d’investimento che dominano il settore dell’energia "green". Questo è il nuovo modello UE: non più mercati, ma un sistema in cui le speculazioni private si finanziano con denaro pubblico, in un circolo vizioso di sussidi, tasse e bollette.
Industria ed Economia: La Deindustrializzazione Come Strategia
Le finte energie rinnovabili e la privatizzazione dei mercati hanno distrutto la competitività dell’industria europea. Le fabbriche chiudono, la manifattura si trasferisce negli USA e in Cina, e l’UE? Nulla, anzi: con la sua folle regolamentazione green ha reso impossibile produrre in Europa. Ma non è un caso: è la strategia perfetta per un continente destinato a diventare un mercato di consumo per le multinazionali, senza più produzione propria. Ormai, anche in un paese come la Francia appena il 10% del PIL è frutto dell’industria.
Politica Estera: L'Europa Come Colonia delle élite finanziarie USA
Von der Leyen ha trasformato l’Europa in un’appendice senza volontà propria della politica americana. Ucraina? Seguiamo ordini. Medio Oriente? Seguiamo ordini. Guerre commerciali? Seguiamo ordini. Nel frattempo, gli Stati Uniti ci vendono il loro gas liquefatto a prezzi astronomici, e Ursula sorride felice !mentre gli europei pagano bollette insostenibili.
Stato Sociale e Crescita: La Grande Trappola del Debito Comune
Mentre l’economia europea affonda, la Commissione continua a proporre più tasse, più tagli, più sacrifici. Ma ecco la soluzione miracolosa: il debito comune europeo! Un sistema in cui gli Stati membri devono pagare per finanziare politiche decise da Bruxelles, senza alcun controllo democratico. Così, dopo averci spolpato con l’energia, con il covid e con la guerra, l’UE userà il debito per controllare direttamente i governi, imponendo austerità su comando dei mercati finanziari.
L’UE: Uno Strumento di Esproprio Permanente
Von der Leyen ha trasformato l’UE in un gigantesco meccanismo di trasferimento di ricchezza: ogni crisi – guerra, pandemia, emergenza climatica – diventa un’occasione per prendere più soldi ai cittadini e darli a banche e multinazionali. Un ciclo infinito in cui l’Europa si impoverisce mentre chi governa dall’ombra si arricchisce.
Ed ecco il grande sogno di Ursula: un’Europa senza popolo, senza identità, senza Stati nazionali, dove tutto è deciso da pochi tecnocrati non eletti e finanziato con il saccheggio continuo dei contribuenti. Benvenuti nella dittatura tecnocratica di Bruxelles.
L’UE: Democrazia a Geometria Variabile
E proprio mentre Ursula von der Leyen sogna il suo superstato europeo, arriva l’ennesima conferma di cosa significhi realmente la “democrazia” nell’Unione Europea: il caso Georgescu in Romania. Un leader democraticamente eletto, vincitore con un margine netto, ma che viene squalificato, estromesso, escluso. Il motivo? È troppo filo-russo.
Ecco la nuova normalità dell’UE: se vinci e piaci a Bruxelles, tutto a posto. Se invece la tua linea politica non piace ai commissari non eletti, allora vieni fatto fuori. La democrazia diventa un dettaglio, un fastidio da aggirare. E dove sono tutte le preoccupazioni per la “trasparenza delle elezioni” quando vincono personaggi come Macron in Francia, con affluenze ridicole e campagne elettorali costruite a tavolino dai media e dai grandi gruppi finanziari? Silenzio totale.
L’Unione Europea di Ursula non è altro che un sistema in cui la volontà popolare conta solo quando si allinea agli interessi dei tecnocrati e dei mercati. Se no, viene “corretta” a colpi di squalifiche, embarghi finanziari, campagne mediatiche e, quando serve, commissariamenti diretti.
Ecco il futuro che ci aspetta se continueremo a lasciare le redini di questo continente nelle mani di una tecnocrazia sempre più autoritaria: non più Stati sovrani, non più governi eletti liberamente, ma solo un’unica grande macchina burocratica che decide chi può governare e chi no.
Benvenuti nell’Europa di Ursula von der Leyen. La regina dei fallimenti che avrà presto il suo impero. Un impero che rischia di somigliare moltissimo al cimitero della nostra civiltà.
LUCA COSTA
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