Il Massacro Silenzioso: Quando i Carnefici sono Alleati dell’Occidente, la Comunità Internazionale Tace
In Siria si sta consumando un massacro senza precedenti. La minoranza alawita è sotto assedio, sterminata con una ferocia che non può essere giustificata da alcuna strategia politica o militare. Il silenzio assordante dei media prevalenti e della comunità internazionale non è una svista, ma una scelta deliberata: quando i carnefici sono appoggiati da Washington, Bruxelles e la NATO, allora tutto è concesso.
Un genocidio ignorato
Questa settimana, in Siria, almeno 745 alawiti sono stati brutalmente assassinati nella regione di Latakia. Le milizie affiliate al nuovo governo, sostenuto dall’Occidente, hanno compiuto un vero e proprio pogrom etnico contro la comunità alawita, colpevole di essere considerata fedele all'ex presidente Bashar al-Assad. Ma le vittime non sono né combattenti né paramilitari. Sono civili, donne, bambini, intere famiglie sterminate per il solo fatto di appartenere a un gruppo etnico scomodo per i nuovi padroni del paese. Le case vengono saccheggiate, i corpi lasciati nelle strade come monito, i villaggi rasi al suolo.
Eppure, nonostante l’evidenza, non una parola di condanna è stata pronunciata dalle cancellerie occidentali. Nessun talk show indignato, nessuna prima pagina sui giornali mainstream, nessuna risoluzione urgente dell’ONU. Quando le vittime non rientrano nella narrativa ufficiale, la loro sofferenza smette di esistere.
Sanzioni nei confronti della Siria? non scherziamo.
Il ruolo dell’Occidente: complicità attiva o cinico opportunismo?
Non si tratta solo di silenzio, ma di complicità attiva. Il nuovo governo siriano, installato grazie a un’operazione mirata di sostegno militare, finanziario e politico da parte della CIA e della NATO, non agisce da solo. I complici sono numerosi.
Lo scorso 25 febbraio, Bruxelles ha sospeso le sanzioni alla Siria per "sostenere la transizione politica inclusiva". Un linguaggio orwelliano che cela una realtà brutale: il via libera ai nuovi padroni di Damasco per fare piazza pulita di ogni opposizione, senza preoccuparsi di metodi e conseguenze. Lo stesso Occidente che aveva denunciato con toni apocalittici le azioni del governo di Assad oggi finge di non vedere i massacri perpetrati dai suoi alleati.
La CIA, che da anni gioca un ruolo ambiguo in Medio Oriente, sta usando la Siria come un laboratorio geopolitico, in cui l’obiettivo non è la pace o la stabilità, ma la creazione di un governo fantoccio obbediente agli interessi di Washington. E se per raggiungere questo scopo bisogna sterminare un’intera comunità, allora va bene così.
Il doppio standard dell’indignazione
L’ipocrisia dell’Occidente è ormai un copione che si ripete con una prevedibilità grottesca. Se un governo scomodo compie azioni violente, si invocano immediatamente sanzioni, interventi umanitari, bombardamenti mirati. Se invece i crimini sono commessi da un regime amico, allora si fa finta di niente. Il massacro degli alawiti in Siria non fa notizia semplicemente perché non deve farla.
Donne e bambini alawiti vengono sgozzati nelle strade di Latakia, e non una parola viene spesa, perché quando a commettere atrocità simili sono gli scagnozzi dei governi sostenuti dall’Occidente allora si parla di "stabilizzazione" e "transizione democratica”. Incidenti di percorso insomma.
Chi pagherà per questi crimini?
Aldilà delle dichiarazioni di facciata, la verità è che nessuno pagherà per queste atrocità. I nuovi signori della Siria godono della protezione occidentale. Le famiglie distrutte, i villaggi dati alle fiamme, i cadaveri lasciati come trofei non entreranno nei libri di storia, non verranno commemorati con giornate della memoria.
Ma la realtà resta: un popolo viene sterminato sotto lo sguardo indifferente dell’Occidente, che ha deciso chi deve essere vittima e chi carnefice a seconda della convenienza politica. E mentre i mass media guardano altrove, la Siria muore, e con essa l’ultima parvenza di credibilità delle democrazie occidentali.
Conclusione: Il crimine del silenzio
Il massacro degli alawiti in Siria non è solo un crimine di guerra: è un crimine di silenzio, di ipocrisia, di manipolazione dell’informazione. La stampa occidentale, così solerte nel denunciare i nemici politici dell’Occidente, si dimostra ancora una volta un megafono selettivo, un apparato propagandistico che decide quali vite contano e quali no.
Ma la verità non si cancella. La storia ha già dimostrato che chi oggi gode del favore degli imperi domani potrebbe essere gettato via senza tante cerimonie. E quando arriverà quel giorno, quando i burattini di oggi diventeranno i dittatori di domani, forse allora qualcuno si ricorderà delle vittime dimenticate di oggi. Ma sarà troppo tardi.
LUCA COSTA
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