domenica 16 febbraio 2025

Un continente sotto censura

 L'Europa e la libertà di espressione: il monito di Vance e la realtà di un continente sotto censura liberal-sinistroide

Il Vicepresidente degli Stati Uniti, J.D. Vance, ha lanciato un allarme che non può essere ignorato: "In Gran Bretagna, e in tutta Europa, la libertà di parola è in ritirata". Parole forti, pronunciate nel corso della Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, un evento annuale che riunisce leader mondiali, esperti e rappresentanti delle istituzioni per discutere delle principali sfide globali in materia di sicurezza. Quest'anno, il focus è stato sulla guerra in Ucraina e sulle tensioni geopolitiche con la Russia, ed è proprio in questo contesto che Vance ha parlato, rivolgendosi a una platea di politici e funzionari europei. Le sue parole mettono a nudo una realtà evidente per chiunque sappia guardare la realtà odierna del nostro continente senza filtri ideologici. In Europa, il diritto di esprimere idee contrarie ai dogmi progressisti imposti dall'alto è ormai un ricordo. Chi si oppone al pensiero unico su temi come ecologismo, Green Deal, diritti LGBTQ+, immigrazione, Covid e guerra in Ucraina rischia di essere silenziato, ostracizzato, perfino perseguito. Ma come si è arrivati a questo punto? Chi sono i responsabili di questa deriva autoritaria?

Europa, un continente intrappolato nel politicamente corretto

Le parole di Vance risuonano come una denuncia diretta al cuore dell'Europa moderna, che ha smarrito il significato autentico della libertà di espressione. Chiunque tenti di deviare dalla narrazione ufficiale viene immediatamente etichettato come estremista, negazionista, complottista. Non si possono più porre domande sul cambiamento climatico senza essere accusati di negazionismo; criticare le politiche migratorie equivale a essere bollati come xenofobi; mettere in discussione la gestione della pandemia significa essere considerati irresponsabili e pericolosi complottisti.

Ma soprattutto, in Europa è ormai impossibile parlare di pace. La guerra in Ucraina è diventata un tema sacro, intoccabile, dove solo una posizione è ammessa: quella della guerra a oltranza e della russofobia. I media e i politici europei, con in prima linea figure come il Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella o l'Alta Rappresentante dell'Unione per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza Kaja Kallas, che hanno paragonato Putin a Hitler (gli stessi che nelle settimane scorse hanno bellamente dimenticato di invitare il paese che ha sconfitto Hitler, la Russia appunto, alla giornata della memoria a Auschwitz), non fanno che gettare benzina sul fuoco, dipingendo la Russia come un nemico assoluto e negando ogni possibilità di negoziato. Chiunque osi proporre un approccio diplomatico viene immediatamente emarginato, attaccato e ridicolizzato. Figuriamoci chi ricorda (come ha fatto Papa Francesco) che è stata proprio la NATO ad andare ad abbaiare minacciosa verso le frontiere russe.

Dall'Europa libera all'URSS 2.0: chi ha creato questa gabbia?

Questa involuzione non è casuale, bensì il risultato di un progetto ben preciso, portato avanti da attori che hanno tutto l'interesse a trasformare l'Europa in un continente docile, obbediente, privo di pensiero critico. Le forze ultra-liberali del mercato e della finanza hanno imposto questa agenda con strumenti sofisticati: il controllo dei media, la manipolazione dell'informazione, l'uso strategico delle istituzioni sovranazionali.

Un caso eclatante è lo scandalo legato all'Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID), che ha finanziato con milioni di dollari media e ONG europee nell’obiettivo di diffondere un pensiero unico e limitare il dissenso. Non si tratta di ipotesi, ma di fatti documentati: denaro americano utilizzato per plasmare l'opinione pubblica europea e favorire un'Unione Europea sempre più asservita agli interessi di Washington. Un'UE debole, fragile, che rinuncia alle sue identità nazionali per diventare una colonia culturale degli Stati Uniti.

Ma non basta. Il clero woke che ha imposto questa nuova ortodossia ha trovato il suo tempio nelle scuole e nelle università, dove intere generazioni sono state educate a non mettere in discussione i dogmi imposti. I professori che si permettono di dissentire vengono marginalizzati, gli studenti che osano esprimere idee alternative vengono ridicolizzati o penalizzati. Il libero pensiero è stato sacrificato sull'altare dell'ideologia.

Il tradimento della sinistra moderata: complici di un totalitarismo soft

A rendere tutto ciò possibile sono stati, senza ombra di dubbio, i partiti della sinistra moderata. Il Partito Democratico in Italia, il Partito Socialista in Francia e Spagna, l'SPD in Germania: un tempo difensori della giustizia sociale, oggi sono semplici esecutori del pensiero unico progressista. Hanno adottato in blocco ogni dogma del globalismo e dell'ultraliberalismo, hanno abbandonato le classi popolari per compiacere le élites finanziarie e culturali. Nonostante le continue batoste elettorali, continuano a dominare la scena politica (specie a Bruxelles) grazie a coalizioni e manovre di palazzo, rendendo impossibile un vero cambiamento.

La verità è sotto gli occhi di tutti: come reagirà il popolo?

Il monito di Vance non lascia spazio a dubbi: la libertà di espressione in Europa è finita. Ma la domanda vera è: come reagiranno gli europei? Continueranno a baloccarsi con le grandi opere di distrazione di massa, tra un Festival di Sanremo dove Fedez piange e un calciomercato d'inverno, mentre l'Italia e l'Europa affondano? Oppure prenderanno finalmente coscienza della realtà in cui vivono e si ribelleranno a questa nuova forma di oppressione?

Il re è nudo, ora tocca ai cittadini scegliere se continuare a fingere di non vederlo o reclamare ciò che è loro di diritto: la libertà di pensare, parlare e vivere senza imposizioni ideologiche.

LUCA COSTA

articoli di Luca Costa



venerdì 14 febbraio 2025

I politici europei: nani da giardino

 

L'Europa dei Nani e la Pace Decisa Altrove

Leader senza peso continuano a spingere per la guerra in Ucraina, mentre Trump e Putin potrebbero chiuderla da soli

L'Unione Europea si scopre irrilevante. Di fronte alla possibilità che un accordo tra Donald Trump e Vladimir Putin possa porre fine al conflitto in Ucraina, i leader europei si agitano e protestano. Ma chi li ascolta davvero? Dopo due anni di fallimenti strategici e miliardi di euro bruciati per alimentare una guerra senza speranza, questi burocrati strapagati continuano a ripetere gli stessi slogan guerrafondai, incapaci di accettare la realtà: il destino dell'Ucraina si decide altrove.

L'UE che non ha un esercito ma vuole la guerra

Il caso più grottesco è quello di Kaja Kallas, Alta rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Un'Unione Europea che non ha un esercito, che dipende completamente dalla NATO per la sicurezza, ma che si permette di lanciare proclami di guerra. Kallas ha dichiarato che non si può negoziare la pace senza l’Europa”, ribadendo che lUE deve essere parte attiva nelle discussioni. Un'affermazione ridicola, considerando che l'Europa non ha mosso un dito per imporre una soluzione diplomatica quando avrebbe potuto, preferendo invece sabotare gli accordi di Minsk e provocare Mosca con un'espansione NATO sconsiderata.

E mentre questi burocrati si riempiono la bocca di parole come difesa europea” e sovranità”, incassano stipendi da decine di migliaia di euro al mese senza alcuna reale responsabilità. Nessuno di loro, ovviamente, rischia nulla. Nessuno di loro ha figli al fronte.

Leader europei disperati: la fine dell'era Biden li terrorizza

La reazione isterica dei leader europei alla prospettiva di una pace negoziata tra Trump e Putin dimostra solo una cosa: la loro totale dipendenza dagli Stati Uniti. Il ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Albares ha tuonato che Non si può determinare nulla sull'Ucraina senza la sua partecipazione, né sulla sicurezza europea senza l'Europa. Ma chi lo ha mai chiesto?

Il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che non si può negoziare la pace senza l’Europa”, ribadendo che lUE deve essere parte attiva nelle discussioni.

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha sottolineato che qualsiasi accordo di pace deve coinvolgere l'Ucraina e garantire la sua integrità territoriale, aggiungendo che non accetteremo una pace dettata dalla Russia”.

Il segretario generale della NATO Mark Rutte ha affermato che qualsiasi accordo di pace non può essere imposto dall'esterno, sottolineando l'importanza di un coinvolgimento attivo dell'Europa.

L’Europa si è abituata troppo bene allamministrazione Biden, a miliardi di dollari in aiuti e alla CIA che distribuisce favori. Ma ora, con Trump pronto a tornare alla Casa Bianca, il vento sta cambiando. E in UE non lhanno ancora capito: la stagione dei genuflessi davanti a Washington sta per finire.

Una guerra che deve finire. Subito.

La verità è che questa guerra non ha mai avuto possibilità di essere vinta dallUcraina. Ma invece di accettare levidenza, i leader europei continuano a giocare con la vita degli ucraini, alimentando illusioni e spingendo per un conflitto che porta solo morte e devastazione.

È ora che lUE riconosca i propri errori: la Russia non si può provocare impunemente, sabotare gli accordi di Minsk è stata una follia, e Putin con tutte le critiche che gli si possono fare ha dato una lezione di geopolitica a una schiera di nani senza visione né coraggio.

Putin, il gigante, e i nani da giardino europei

Mentre i leader europei si dibattono in dichiarazioni isteriche, incapaci di incidere sulla realtà, Vladimir Putin gioca su una scacchiera più grande, con una strategia chiara e una visione di lungo periodo. Ha resistito alle sanzioni, ha consolidato il fronte interno, ha rafforzato le alleanze internazionali e ha messo in ginocchio l'industria militare occidentale.

Dall'altra parte, in Europa, vediamo solo nani da giardino. Macron, Scholz, Kallas, Rutte: figure mediocri, senza peso, prive di qualsiasi carisma o spessore strategico. Prigionieri di ideologie fallimentari e burattini di interessi altrui, si dimenano impotenti mentre il corso della Storia li ignora.

Putin non è solo il leader della Russia: è l’unico leader vero in questo scenario. E, volenti o nolenti, sarà lui a decidere il futuro dell'Ucraina e dell'Europa. Il resto? Solo rumore di fondo.

LUCA COSTA

articoli di Luca Costa


 

giovedì 13 febbraio 2025

USAID

 USAID: La Mano Invisibile della Propaganda Americana che Tutti Fingono di Non Vedere

Per anni, sotto le amministrazioni democratiche, l'USAID ha utilizzato i soldi dei contribuenti americani per finanziare operazioni discutibili e propagandistiche in tutto il mondo. Ora che Trump cerca di portare alla luce questo scandalo, viene attaccato da giudici e media che preferiscono ignorare la verità.

L’USAID è l'Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale, ufficialmente nata per promuovere lo sviluppo economico e l'assistenza umanitaria ma, come spesso accade, dietro le nobili intenzioni si nascondono pratiche ben più oscure. Per anni, soprattutto sotto le amministrazioni democratiche, questagenzia ha saputo trasformare l'arte della "cooperazione internazionale" in una macchina ben oliata di propaganda globale, utilizzando i soldi dei contribuenti americani per finanziare attività che definire "controverse" sarebbe un eufemismo.

Il Cuore dello Scandalo:

Recenti inchieste hanno rivelato che l'USAID ha finanziato oltre 6.200 giornalisti in 707 testate e 279 ONG mediatiche, coprendo il 90% dei reportage provenienti dall'Ucraina. Inoltre, l'agenzia ha speso migliaia di dollari per finanziare l'istruzione universitaria di Anwar al-Awlaki, un cittadino americano che in seguito è diventato un noto terrorista di al-Qaeda.

E non finisce qui: l'USAID ha distribuito miliardi di dollari senza trasparenza né controlli adeguati, finanziando progetti che spaziano dalla promozione dell'ideologia "woke" a iniziative LGBTQ+ in tutto il mondo. Il tutto deciso in maniera totalmente arbitraria e insindacabile, senza alcun riguardo per la volontà dei contribuenti americani, per non parlare di quella dei popoli bersagliati dalla propaganda made in USA.

La Reazione di Trump:

Di fronte a questo scenario, il presidente Donald Trump ha deciso di intervenire drasticamente. Ha avviato una riorganizzazione dell'USAID, con l'obiettivo dichiarato di ridurre il numero di dipendenti da oltre 10.000 a meno di 300, ritenendo che l'agenzia fosse gestita da "un gruppo di fanatici radicali". Questa mossa mira a smantellare quella che Trump considera una macchina propagandistica finanziata con i soldi dei contribuenti, cercando di riportare trasparenza e responsabilità nell'uso dei fondi pubblici.



L'Ipocrisia delle Ingerenze:

Ma attenzione, quando la Russia viene accusata di ingerenze, tutti si indignano. Tuttavia, quando gli Stati Uniti finanziano giornalisti in tutto il mondo per diffondere propaganda pro-USA, il silenzio è assordante. E ora che il presidente Trump cerca finalmente di fare luce su questo scandalo antidemocratico e imperialista, chi viene attaccato? Non certo i responsabili di queste operazioni opache, ma lo stesso Trump, bersagliato da giudici e media che sembrano più interessati a mantenere lo status quo che a promuovere trasparenza e democrazia.

Il Silenzio dei Media Italiani:

E i media dei paesi coinvolti in questa corruzione totale? Perché in Italia nessuno si chiede chi siano i giornali e i giornalisti pagati con fondi USAID, e cosa abbiano scritto o detto in favore degli Stati Uniti solo perché pagati per farlo? Forse perché ammettere che la propria indipendenza è stata compromessa da dollari americani sarebbe troppo imbarazzante? O forse perché la verità è troppo

In conclusione, mentre ci indigniamo per le ingerenze altrui, forse dovremmo guardare più da vicino le nostre stesse istituzioni e chiederci quanto della nostra informazione sia realmente libera e indipendente, e quanto invece sia stata comprata e pagata da interessi stranieri travestiti da aiuti allo sviluppo. È ora di riconoscere che l'America, con la sua capacità di stampare dollari a volontà, ha corrotto tutto e tutti, ovunque, Italia compresa. E mentre Trump cerca di fermare questa macchina infernale, viene ostacolato da coloro che dovrebbero invece sostenere la trasparenza e la democrazia. Una vergogna senza fine.

LUCA COSTA

articoli di Luca Costa



giovedì 6 febbraio 2025

DISCO GAZA

 

Dove andiamo a ballare stasera? A Gaza, ovviamente!

Se pensavate di averle viste tutte, preparatevi: lultima trovata dellimpero americano ha dellincredibile. Dopo aver chiuso un occhio (e spesso entrambi) sulla devastazione sistematica della Striscia di Gaza, ora i grandi strateghi del business internazionale hanno una visione: trasformare questo lembo di terra martoriata in una nuova Las Vegas del Medio Oriente. Sì, avete capito bene. Dopo mesi in cui ai palestinesi è stato impedito di uscire dai loro confini per obbligarli a morire sotto i bombardamenti, ora si parla di deportarli altrove per lasciare spazio al business del divertimento. Che meraviglia.

Donald Trump e la sua cricca di investitori sognano grattacieli, casinò, hotel di lusso e discoteche sulla spiaggia. Immaginate un remake del celebre libro di Gianni De Michelis, "Dove andiamo a ballare stasera?", con un capitolo speciale sulle discoteche di Gaza. Un pensiero surreale, se non fosse che la proposta scandalosa, oscena, vergognosa – è già in discussione nei circoli che contano.

E i media occidentali? Silenzio totale. Nessuna indignazione, nessun titolo in prima pagina. Daltronde, la narrazione ufficiale ha bisogno di una storia vendibile: prima i palestinesi non erano che cattivi terroristi che dovevano essere chiusi in uno zoo da cui non potevano uscire (se non in una bara), ora diventeranno fastidiosi ostacoli da rimuovere per far spazio ai resort e ai beach club.

Fino a ieri Gaza era un inferno in cui la popolazione non poteva ricevere cibo, medicine o acqua potabile. Oggi, improvvisamente, diventa il nuovo paradiso turistico. Peccato che non sarà per i gazawi, ma per i turisti americani e israeliani in cerca di relax sulle rovine di un genocidio.

E così l’Occidente, quello che si riempie la bocca di "diritti umani", applaude. Senza vergogna, senza memoria, senza dignità.

Luca Costa

articoli di Luca Costa



Israele contro i Cristiani

 Cisgiordania: Israele contro i cristiani Nel cuore della Cisgiordania, a pochi chilometri da Ramallah, sorge Taybeh, l’ultimo villaggio ...