René
Guénon è un’autorità indiscussa nell’approccio tradizionale
agli studi storici e filosofici, e i suoi scritti conoscono una
diffusione crescente e conquistano lettori sempre più appassionati.
Tuttavia
non mancano critici e detrattori del grande intellettuale francese:
un recente saggio in questo senso è Contre
Guénon
dello scrittore belga Jean van Win. L’autore è un dichiarato
sostenitore dei “valori democratici” (droga? aborto? mafia?
corruzione?). Per van Win la democrazia, l’uguaglianza,
l’emancipazione femminile, sono principi per cui val la pena di
vivere e, all’occorrenza, di morire: al vertice di questi
illuminati valori, van Win mette il “dovere d’ingerenza”
(proviamo a immaginare lo scribacchino belga con elmetto e giubbotto
antiproiettili che combatte nelle guerre “umanitarie”…).
A
rendere più chiare le posizioni dell’autore l’introduzione del
volume afferma di voler mettere in risalto l’estraneità del
pensiero di Guénon all’umanitarismo massonico, ma su questo non
avevamo dubbi!
Dunque
le obiezioni che van Win muove a Guénon sono quelle usualmente
utilizzate dallo stupidario progressista che sentiamo tutti i giorni
sui mass media. Il pensiero guénoniano è assimilato al fascismo al
nazismo, al razzismo, all’antisemitismo: tutte argomentazioni di
sicuro effetto sulla psicologia larvale del gregge democratico…
Per
il nostro illuminato saggista la cordiale amicizia intellettuale di
René Guénon con Julius Evola è un fatto scandaloso, anche se in
realtà i due autori, pur partendo da una comune critica alla
modernità svilupparono filoni di pensiero piuttosto differenziati.
L’autore
poi irride la teoria del complotto mondiale di cui Guènon è stato
attento studioso. Oggi che il mondialismo si manifesta apertamente
con tanto di riconoscimenti istituzionali, la tesi negazionista della
propaganda di regime si sbugiarda da sola…
Dove
il saggio di van Win raggiunge esiti tragicomici è quando l’autore
attacca l’atteggiamento fideistico della cultura tradizionalista:
se i lettori applicano questa critica ai dogmi egualitari della
cultura contemporanea avranno modo di farsi quattro risate…
Al
di là delle posizioni culturali dell’autore di Contre
Guénon,
nel saggio si possono trovare motivi d’interesse su alcuni punti
che riguardano la formazione di Guénon, le sue fonti, le sue
eclettiche frequentazioni culturali. Innanzi tutto la fascinazione
per l’Oriente sembra dovuta a una moda culturale che ha radici
molto antiche in Europa e in particolare in Francia: l’idea
dell’Oriente come luogo di origine, come orizzonte esotico
portatore di chissà quali misteri è sempre stata un luogo comune
molto diffuso. Guénon era particolarmente affascinato dall’India,
che però non ebbe mai modo di visitare e, secondo van Win, Guénon
non conosceva il sanscrito e leggeva i testi induisti solo in
traduzione. L’esoterista francese, inoltre, frequentò alcune logge
massoniche, ma fu uno dei più qualificati collaboratori della stampa
antimassonica dell’epoca! La conversione all’Islam, poi,
contrasta con l’appassionata difesa della Chiesa Cattolica di cui
spesso Guénon si è fatto alfiere nei suoi scritti. Infine raramente
Guénon cita le fonti da cui ha tratto ispirazione.
Certamente
la vita e l’opera di Guénon possono presentare aspetti ambigui e
contraddittori, ma non c’è dubbio che il complesso dei suoi
scritti descriva con straordinaria precisione la spaventosa metastasi
della degenerazione democratica. La denuncia del pansatanismo che
infesta il mondo moderno non è mai stata così convincente come
nelle lucide pagine guénoniane, che tuttavia non inducono mai alla
disperazione, ma anzi incoraggiano il lettore, con un linguaggio
quasi imperturbabile, a una ferma presa di posizione e a una virile
assunzione di responsabilità.
Da
notare infine che van Win rimprovera a Guénon l’assenza di
riferimenti all’amore cristiano. In realtà lo stesso van Win,
autore di chiare simpatie massoniche, non si esprime propriamente
come un chierichetto; e d’altra parte è universalmente noto che le
ideologie egualitarie sono per definizione la fabbrica dell’odio!
***
Jean
van Win, Contre
Guénon,
Éditions de La Hutte, Bonneuil-en-Valois 2010, pp.278

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