“Il
liberalismo è una visione del mondo essenzialmente femminea e
sottomessa. Forse un aggettivo migliore di femmineo è infantile.
È la visione del mondo di uomini che non hanno la durezza morale, la
forza spirituale di alzarsi e lottare faccia a faccia con la vita”.
Questa
citazione è tratta da I
Diari di Turner,
di Andrew Macdonald (pseudonimo di William Luther Pierce). I
Diari di Turner
è il libro più controverso della storia americana, e finalmente è
stato tradotto anche in italiano. Si tratta di un avvincente racconto
d’azione pubblicato nel 1978 che immagina la rivolta di gruppi di
coraggiosi guerriglieri contro il governo USA, ridotto a un sistema
di potere corrotto e oppressivo. Il libro, come si può evincere dal
titolo, è strutturato come un diario scritto dal protagonista, Earl
Turner, membro del gruppo di combattimento che sfida le autorità.
Il
governo americano, col pretesto dell’antirazzismo, disarma i
cittadini e attua un controllo soffocante sulle libertà individuali.
I più coraggiosi cominciano a organizzare forme di resistenza: i
rivoluzionari combattono una lotta senza quartiere contro il sistema,
costringendo la classe dirigente ad inasprire sempre di più le sue
politiche reazionarie e liberticide, destinate a portare
all’esasperazione un numero sempre maggiore di cittadini.
I
combattenti, riuniti in un gruppo che chiamano “l’Organizzazione”
cominciano a effettuare azioni di guerriglia, dapprima in forme
piuttosto improvvisate, poi raffinando progressivamente le loro
tecniche, fino a creare gruppi armati anche in Europa.
La
storia è ambientata nei primi anni ‘90, e si immagina uno scenario
ancora da guerra fredda, con l’Unione Sovietica che cerca di
approfittare delle divisioni interne negli USA. I ribelli colpiscono
i centri del potere politico, la polizia, le istituzioni, gli
interessi israeliani negli Stati Uniti, ma il vero punto di svolta
arriva quando capiscono che devono colpire i pochi servizi che il
governo è ancora in grado di fornire ai cittadini. Le fonti di
energia divengono quindi il bersaglio privilegiato degli attentati:
solo in questo modo la grande massa degli indifferenti comincia a
manifestare sfiducia verso il sistema.
L’autore
ha ideato un impianto narrativo estremamente stimolante che procede
con colpi di scena e avventure rocambolesche in grado di calamitare
l’attenzione del lettore, e dà il meglio di sé quando descrive i
personaggi che sostengono la dittatura infame della correttezza
politica: politici, assistenti sociali, operatori umanitari,
sacerdoti di varie religioni, i viscidi “moderati responsabili”,
nonché la massa amorfa di una classe media che vede assottigliarsi
ogni giorno di più il proprio benessere ma non è capace di mettere
in atto alcuna opposizione…
La
realtà del XXI secolo si avvicina sempre di più al cupo scenario
del romanzo: l’autore descrive un surreale «Consiglio delle
Relazioni Umane», istituzione distopica il cui compito è quello di
forzare i sentimenti dei cittadini a una pace fittizia e illusoria,
dalla quale in realtà si scatenano violenti scontri sociali.
Il
libro in certi passaggi assume anche il carattere di “racconto
filosofico” che delinea, attraverso discorsi e pensieri dei
personaggi, le concezioni del mondo che ispirano le azioni dei
protagonisti.
I
Diari di Turner
ha conosciuto un lusinghiero successo di pubblico negli Stati Uniti
(alcune stime parlano di oltre mezzo milione di copie vendute), al
punto che sono stati fatti tentativi di ritirare il libro dal
commercio, e non è escluso che anche in Europa venga invocata la
censura. Vale la pena, finché è possibile, leggere questo
intrigante racconto fantapolitico, che presto potrebbe diventare la
nostra realtà quotidiana…
***
Andrew
Macdonald, I
Diari di Turner,
Vidofnir 14, p.242

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